Archiviato in bisousàmamanière, colori, dediche, tuttobluogo, unannodamore
verso il solstizio d’ inverno…
*
dopo sole 4 h. di sonno
(dalle 2 alle 6)
per altro un po’ travagliato probabilmente a causa della abbondanti libagioni
qui
alle 9 già c/o la premiata ditta
Archiviato in d antan, tuttobluogo
Archiviato in bisousàmamanière, dediche, felicità
da "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini
questo passo della Mazzantini ha descritto pienamente la sensazione che ebbi nel visitare Berlino Est nel 1986
Archiviato in blanc & noir, colori, dediche, girare pagina
Archiviato in dediche, dell amore, felicità, vissi darte
*
Resoconto
L’eredità non so del mio strano / rapporto
con la vita o meglio / il suo diporto
Ora / altro poco conta, caro
né più né meno di come ti ricordo
Col vivere si versa / al vivere un acconto
ma sempre infine ti si riversa il conto
in scomodo ritardo, prolisso contrattempo
Fili di carrucola dipanano
strane circostanze / meccanismi
ricordi a branchi / brancolano il buio
ed io qui in attesa di dire, cosa? –
Quello che è stato, o quel ch’essere poteva?
Qui con i miei fantasmi (a) tracimare
sciogliendo il giusto, il vero dal superfluo
scandagliandone il ritmo ed il meandro
scindendo l’essere dal non
l’ora dal quando
Lo strano riversarsi / lo strasogno
tra annichilimento e resoconto, catarsi
a summa del percorso,
quel tuo darsi – strano a dirsi – in fogli sparsi
aspersi di consenso, di non detto
Discorsi – quanti, (ricordi?) – sui corsi
e sui ricorsi:
il pessimismo / bicchiere mezzo vuoto
l’ottimismo, se è bicchiere mezzo pieno
l’altra metà è fine del sentiero
Ed ora qui a riflettere se è vero
se esista un senso al verso del pensiero
o se tutto è già scritto falso e vero
Se è nel libro che ti addossi contro
in quel palmo riverso, nascita e mescita
rimescolìo d’intenti / fraintendimenti
E noi assuefatti (ad) ossigeno e certezze
in bilico tra un sé stessi e il niente…
Ah, se potessi, al vivere
non dover mai / dare un resoconto.
da " Nel senso del verso " di Valeria Serofilli
* foto frédéric jaulmes
Archiviato in à mon avis, girare pagina, paesaggi
Uscendo dalla Tate
Uscendo col tuo pacco di cartoline
in una borsa della Tate Gallery e un altro pacco
di quadri stipati in testa ti fermi
sugli scalini a guardare oltre il fiume
e ce n’è uno nuovo: edifici luminosi,
un rivolo d’acqua scura, e un cielo
che ti domandi chi l’ha dipinto – Constable? No:
troppo sfavillante. Crome? No: troppo estatico –
un cielo assurdo puro pre-raffaelita,
forse, un blu assoluto con qualche ciuffo bianco
che lo percorre (oggi, che è
aprile. Un altro giorno sarebbe diverso
ma non importa. I cieli funzionano tutti).
Scendi a quel particolare in basso a destra:
gabbiani che beccano fango, sotto
quei due palazzi di uffici e una strada Georgian.
Ora spostati a sinistra, e includi i platani
che ondeggiano di gemme, quell’edificio di mattoni
e un autobus rosso… Stacca proprio lì,
dal lampione. Il ponteggio lascialo dentro.
Quello sarà il prossimo. Strano come
questi quadri all’esterno non esistessero
prima di guardare i quadri all’interno,
quelli sulle pareti. Ma eccoli qui ora,
a marciare fuori dal loro panorama
e a mettersi in fila per quel mirino
che è il tuo occhio. Li puoi isolare
tenendo fermi i muscoli ottici.
Puoi fare una zumata su studi di figure
(il ragazzo con lo zaino), o nature morte,
astratti, paesaggi urbani. Non li ha fatti nessuno.
Li ha dipinti la luce. Sei tu che presiedi
la giuria di selezione. Lascia lo spazio
che vuoi tra quelli che appendi,
e gioisci. L’arte si moltiplica.
Arte è tutto quello che decidi di incorniciare.
Fleur Adcock
Archiviato in serendipità, vissi darte
*
…….
Archiviato in dell amore, du coté de chez les enfants
dopo una lettura qui
*
Vorrei che sognassimo insieme
Che ci svegliassimo insieme
Vorrei che prendessimo con la stessa mano
Che sentissimo con lo stesso orecchio
Vorrei salutarti da vicino
Non perderti mai da lontano
Vorrei vederti con tutti i mezzi della visione
Vorrei che l’interno cominciasse da te
Che l’esterno non fossi che tu
Ti vorrei nel volere e in ciò che lo supera
Vorrei me ciò che corre verso di te
Ciò che s’annulla e ritrova vita in te
Senza che tu diminuisca minimamente
Vorrei me ad ali spiegate
Corpo che nessuna ala può portare
Ti vorrei destinazione d’ogni lettera
Fonte di ogni parola
Ti vorrei campo e camera
Terra e albero , iride e sguardo
Come se la tua vita fosse l’inverso della mia
E che essa fosse spazzata dallo stesso soffio
(traduzione madeinfranca)
*
foto di Jerry N.Uelsmann
Archiviato in dell amore
*
Quelli di Viareggio
Alle nove del mattino suonò la campana a martello.
Era una campana piccola, il suono veniva a folate, argentino,
a seconda che il vento lo trasportava felicemente o lo sperdeva.
C’era il sole di aprile. Il mare era tempestosissimo.
Urlava spumando nel sole:
Chi si affacciò sulla porta, chi si fermò.
Viareggio aveva, a quel tempo, seicento case,
tutte sul mare, un semicerchio in dolce pendenza,
seicento case di marinai, a un solo piano,
abitate dalle donne, dai bambini e dai vecchi marinai
con la fusciacca intorno alla vita e con la barba lunga
fuorchè la domenica.
I giovani e tutti gli altri sono in mare.
( continua qui )
da L’Angelo del Liponard di Mario Tobino
* The Sea, with a Ship… di Tacita Dean
Archiviato in dediche, unapoesia x unacittà